Dalla scuola di volo di Verona Boscomantico all'Isola d'Elba a bordo di un Eurostar, il racconto di un viaggio emozionante di due piloti.
L’Isola
d’Elba è una meta classica che molti piloti prima o poi pensano di
raggiungere in volo, e noi, “ultraleggeristi” di Boscomantico,
non facciamo eccezione. Io e Fabrizio Tumminello abbiamo iniziato a
pensarci già lo scorso inverno, stabilendo che poteva essere una
meta alla portata della nostra fresca abilitazione al VDS Avanzato, e
quindi pianificabile nella prossima primavera o estate.
Sarebbe
stata la meta più distante tra tutte quelle fino ad allora
raggiunte, con una complicazione in più: l’attraversamento
dell’Appennino. Ci siamo quindi informati soprattutto su questo
punto, cercando consigli su internet e parlando con i soci piloti di
A.G. che l’avevano già fatto. In molti ci hanno detto che il
problema più grosso è rappresentato dalle nuvole che si formano
sulle montagne soprattutto nel pomeriggio, cioè sulla via del
ritorno, che possono costringere a significativi cambi di rotta o a
posticipare l’attraversamento. Dovevamo quindi rinunciare a questa
esperienza? Nemmeno per sogno! Cartine alla mano abbiamo iniziato a
cercare gli aeroporti e le aviosuperfici poste alle pendici
dell’Appennino, per capire dove fosse possibile atterrare per
attendere un miglioramento delle condizioni meteorologiche, o
pernottare per tentare l’attraversata il mattino successivo. Alla
fine abbiamo deciso quale sarebbe stata la rotta da seguire, cercando
di interessare al minimo i vari spazi aerei controllati della Pianura
Padana e della Toscana. Ecco la nostra rotta: Boscomantico (LIPN),
San Martino B.A., Carpi (LIDU), Pavullo (LIDP), Massa Cinquale
(LILQ), Viareggio, Marina di Pisa, Livorno, Castiglioncello, Cecina
(Aviosuperficie), Il Gabbiano (Aviosuperficie), Piombino, Marina di
Campo – Elba (LIRJ). Decidiamo anche un’altra cosa: visto che
sarà la nostra prima attraversata dell’Appennino, aspetteremo una
Domenica con un’alta pressione diffusa su tutta la rotta ed una
previsione di cielo sereno o poco nuvoloso sull’Appennino. La meteo
di questa primavera non ci ha aiutato, perciò abbiamo dovuto
aspettare parecchio, finché il 28 Luglio 2013 si sono verificate le
tre condizioni tanto attese: giorno Domenica, l’I-A530 disponibile
per l’intera giornata e previsioni di cielo sereno sul tratto
appenninico.
Alle
9:00 del mattino eravamo a Boscomantico; una telefonata all’aeroporto
di Marina di Campo per sentire se era tutto a posto, un’ultima
occhiata ai NOTAM in rotta, il rituale giro di controllo intorno
all’aeroplano, la verifica del “pieno”, il cosciale con il
piano di volo operativo, le cartine aeronautiche con il percorso
tracciato, un GPS principale (iPhone con AirNavigationPro) e un GPS
secondario (tablet da 7 pollici): nulla doveva essere lasciato al
caso. Tutto pronto, via dall’elica e accensione del motore: si
parte!
Grande
era l’emozione e la consapevolezza dell’impegno che il volo
avrebbe richiesto, soprattutto riguardo i contatti con gli enti di
controllo del traffico aereo e la scrupolosa osservazione delle
“regole dall’aria”. Lasciato Boscomantico contattiamo Padova
Informazioni, alla quale comunichiamo la nostra rotta e l’assenza
del piano di volo. Giunti a Carpi segnaliamo l’intenzione di un
passaggio cielo-campo e proseguiamo in direzione di Modena. Lasciata
la città di Modena alla nostra sinistra, chiediamo a Padova
Informazioni il permesso di iniziare la salita fino a 7.500 piedi.
Padova ci coordina con Bologna Avvicinamento, il quale ci assegna un
codice transponder e ci autorizza a salire. Proseguiamo quindi verso
Pavullo e poi iniziamo la traversata dell’Appennino sotto il
controllo radar di Bologna Avvicinamento, fino a quando ci viene
detto di contattare Milano Informazioni. Siamo contenti perché, nel
pieno rispetto delle previsioni meteo, tutta la tratta dell’Appennino
è sgombra dalle nuvole e la visibilità è ottima; individuiamo con
facilità il Monte Cimone, sul quale è presente la famosa stazione
meteo.
Arrivati
in prossimità della costa tirrenica siamo ancora alla quota di 7.000
piedi per superare le ultime montagne e, con nostra sorpresa,
l’Appennino termina quasi a strapiombo sul mare; tiriamo l’aria
calda ed impostiamo una discesa su Massa Cinquale con il motore a
3.000 giri fino alla quota di 1.000 piedi.
Proseguiamo
quindi verso Sud sorvolando la costa tirrenica fino a quando, in
prossimità di Viareggio, passiamo sotto il controllo di Pisa
Avvicinamento. Di nuovo sotto controllo radar, ci viene chiesto di
scendere a 500 piedi per non interferire con le rotte di
avvicinamento degli aeromobili diretti all’aeroporto di Pisa.
Passata Livorno ci comunicano di risalire a 1.000 piedi e, poco
oltre, Pisa Avvicinamento ci lascia in consegna a Roma Informazioni.
In prossimità di Piombino iniziamo la traversata verso l’Isola
d’Elba e contattiamo Marina di Campo informandoli che intendiamo
fare il giro dell’isola in senso orario ed alla quota di 1.000
piedi. Poco dopo sentiamo per radio che un altro traffico di
Aviazione Generale è dietro di noi ed ha intenzione di fare il giro
dell’isola in senso orario alla nostra stessa quota, perciò
teniamo gli occhi aperti. All’Elba incontriamo vento da Sud-Ovest e
nuvole basse che coprono i rilievi più alti dell’isola, ma questo
non ci guasta lo spettacolo della costa e dei vari paesini, alcuni
dei quali molto piccoli e isolati.
Effettuati
i tre quarti del periplo dell’Elba, osserviamo che l’indicatore
del livello del carburante é oltre l’ultimo quarto, perciò
contattiamo Marina di Campo per chiedere istruzioni per
l’avvicinamento. La pista in uso é la 16, con 15 nodi di vento per
fortuna quasi frontali. L’avvicinamento alla 16 è un po’
particolare, perché non si può effettuare un lungo finale. E’
necessario avvicinarsi e scendere facendo una S intorno ad una
collina posta in prossimità della testata pista 16, perché
altrimenti risulta impossibile impostare un corretto sentiero di
discesa. Così dopo 3 ore e 15 minuti di volo tocchiamo terra a
Marina di Campo: missione compiuta!
Paolo
Zerlotto
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