La
voglia di volare ha portato due ragazzi dalla scuola di volo alla
realizzazione di un sogno.
Zoncolan-Olimpo
in deltaplano: missione compiuta. Suan Selenati e Manuel Vezzi
sono arrivati sabato pomeriggio alle 17 sulla "casa degli dei",
dopo quasi un mese e mezzo di viaggio, attraverso otto nazioni.
Un'impresa da record, che vuole dare visibilità ad uno sport, che
non rientra ancora nelle discipline olimpiche. Solo il giorno
precedente al loro arrivo nel diario di bordo si leggeva: "se
riusciamo a fare top landing sull'Olimpo e atterrare a Litochoro,
dove ci aspetta il sindaco, non saremo umani ma replicanti…".
Si
tratta infatti della più lunga traversata mai compiuta in
deltaplano, velivolo privo di motore simile a un aquilone,
attraverso montagne, pianure, foreste, strade e paesi dei
Balcani. Per spostarsi nel cielo, i due piloti, dopo essere decollati
a piedi da un pendio, hanno sfruttato le correnti ascensionali
portandosi in quota (si possono raggiungere persino i 4000 metri) per
poi planare alla ricerca di altre correnti, nell’intento di
procedere il più lontano possibile lungo la rotta stabilita.
Suan
Selenati (classe '84, di Sutrio) e Manuel Vezzi (classe '81, di
Verzegnis) sono stati seguiti da un collaboratore che ha guidato
un mezzo di supporto, trasportando quanto necessario per il bivacco,
per la preparazione dei decolli e gli stessi deltaplani tra un
atterraggio e il successivo punto di partenza. I ragazzi si sono
spostati esclusivamente in volo o con le proprie gambe coprendo i
1600 chilometri che separano lo Zoncolan dall’Olimpo, senza
l’utilizzo di alcun veicolo a motore. “Vogliamo dare visibilità
a questo sport e puntiamo al riconoscimento di questa disciplina tra
gli sport olimpici”. Con il materiale video raccolto durante il
viaggio sarà prodotto un film della durata di 45-60 minuti
che vedrà la sua uscita nei primi mesi del 2014, destinato ai
festival cinematografici internazionali e alla distribuzione
televisiva.
Sullo
Zoncolan è possibile volare durante l'inverno. “Noi giovani
deltaplanisti - spiegano i due - dovevamo un riconoscimento ai nostri
maestri. Quasi 35 anni fa Uberto Selenati (Piter), Bruno Donaer e
Sereno Barbacetto - tutti carnici - hanno sfidato la grandezza del
monte Kilimangiaro per effettuare, primi al mondo, un volo dalla sua
cima. Hanno avuto il coraggio e l’esperienza per portare a
termine una simile impresa, con dei mezzi autocostruiti che erano ben
lontani dai parametri di sicurezza impiegati oggi per la costruzione
dei nuovi deltaplani, veri e propri velivoli sicuri e performanti,
con i quali si possono superare i 100km/h di velocità e con i quali
è possibile effettuare voli di centinaia di chilometri. Questi
piloti, assieme ad altri amici della Carnia ci hanno insegnato a
volare, lasciandoci un bagaglio immenso di esperienza ed entusiasmo.
A loro dedichiamo questa impresa, con la speranza di trasmettere ad
altri la passione e il rispetto per gli elementi della natura che da
loro abbiamo imparato”.
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