domenica 1 settembre 2013

Pronto a spiccare il volo
il primo “Cygnus”


Anche nello spazio l'Italia fa scuola di volo. E’ il primo dei nuovi moduli cargo “made in Italy” per la Stazione Spaziale. 

 Le navette spaziali americane, ormai da due anni non svolgono più il loro regolare servizio Terra-Spazio, e ritorno, e sono ormai collocate in diversi musei americani.  


Ma verso la ISS, la Stazione Spaziale Internazionale, abitata in modo permanente da sei astronauti di diverse nazionalità, il “traffico” prosegue; ed è indispensabile per far sì che la ISS e il suo equipaggio possano continuare ad essere operativi, lassù, a 400 chilometri dalla Terra. 
Senza space shuttle dunque, l’invio in orbita dei moduli spaziali “cargo”, per il trasporto di rifornimenti di vario genere, è ormai da tempo affidata solo ai razzi vettori tradizionali. 

E ora, è pronto al lancio un nuovo modulo-cargo di rifornimento: il lancio è in programma per il 17 settembre dalla base spaziale americana della Virginia. 

Nuovi moduli pressurizzati per i rifornimenti agli astronauti  
Ora, oltre ai regolari voli delle capsule russe (senza equipaggio) “Progress M”, e a quelli un po’ più “cadenzati” dei moduli europei ATV, o del giapponese HTV, arriva una serie di nuovi moduli spaziali “cargo”, di realizzazione italiana, che ricordano quelli già costruiti, che ora fanno parte integrante, della Stazione Spaziale.  
Sono i “Cygnus”, che si stanno costruendo negli stabilimenti della Thales Alenia Space di Torino, e il primo è stato lanciato questa mattina per un volo dimostrativo o di “test” verso la ISS. 
I “Cygnus” sono un po’ più piccoli dei moduli logistici cargo, come quelli già costruiti in passato ed inviati verso la ISS: uno di questi, il “Raffaello” è invece rimasto attraccato alla stazione e ne é parte integrante della struttura. Hanno le dimensioni di circa un terzo rispetto ai moduli più grandi inviati con gli shuttle alla ISS, ma hanno comunque un’ottima capacità di carico. 

E’ un razzo vettore “Antares”, della Orbital Sciences, a inviare nello spazio i nuovi moduli realizzati a Torino dall’azienda che è frutto della joint venture tra la francese Thales e la nostra Finmeccanica, proprio assieme alla stessa società privata americana Orbital Sciences. Il lancio di questo primo “Cygnus”, così come i successivi, avviene dal poligono americano di Wallops Island, dove vengono lanciati i razzi “Antares”, che fino a poco tempo fa erano noti come “Taurus 2”.  
 
L’accordo siglato da Thales Alenia Space Italia con Orbital Sciences Corporation, porterà a realizzare nove moduli spaziali, in un programma commerciale chiamato Cygnus/PCM (Pressurized Cargo Module) in collaborazione con la Orbital, all’interno dello stesso servizio Commercial Resupply Services che la NASA ha contrattato anche alla SpaceX per i voli delle ormai celebri navicelle “Dragon”, che da quasi due anni vengono inviate verso la Stazione Spaziale Internazionale. 

Quasi a voler celebrare i 50 anni dell’Italia nello spazio  
Quando andrà ad agganciarsi alla Stazione Spaziale, dopo il lancio con il razzo “Antares”, e una volta sganciato dall’ultimo stadio del vettore, il “Cygnus” si dirigerà automaticamente verso la stazione spaziale, con la tecnica già riuscita per tre volte con il modulo cargo europeo ATV. Una volta arrivato nei pressi del sistema di aggancio, il braccio robotizzato della stazione spaziale lo “preleverà”, per poi agganciarlo al portellone “Nadir” del “Nodo 2” della ISS, dove resterà per 15 giorni. Dopo il completamento della sua missione, il modulo si staccherà dalla ISS facendo e si disintegrerà al rientro in l’atmosfera.  

A seguito del volo dimostrativo, Thales Alenia Space, nell’ambito del contratto CRS siglato da Orbital con NASA, fornirà a Orbital Sciences altri 8 moduli pressurizzati destinati al trasporto cargo – rifornimenti per l’equipaggio, ricambi ed esperimenti scientifici – per la Stazione Spaziale. 

La prima unità PCM, quindi “modulo cargo pressurizzato”, sarà seguita da altre tre unità in configurazione ”standard”, capaci di trasportare sino a 2.000 chilogrammi di materiale, e sarà completata da 5 unità in configurazione detta “enhanced” (cioè “maggiore”), con una capacita di trasporto aumentata fino a 2.700 chilogrammi. 

Il modulo pressurizzato Cygnus è costituito da un modulo di servizio, realizzato da Orbital, intergrato con il PCM sviluppato da Thales Alenia Space. Basati sull’esperienza trentennale nel campo delle infrastrutture e dei sistemi di trasporto, i moduli cargo pressurizzati si fondano sulle competenze e capacità acquisite nell’ambito dei precedenti programmi di sviluppo in ambito Stazione Spaziale Internazionale, come i già menzionati moduli logistici MPLM (Multi-Purpose Logistics Module), realizzati per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana per la NASA, oltre all’ ATV (Automated Transfer Vehicle), realizzato da Thales Alenia Space per l’Agenzia Spaziale Europea ESA.  

Una curiosità storica tutta tricolore: il lancio avverrà dalla base americana di Wallops Island: proprio dove, nel 1964, fu lanciato il primo satellite italiano, il “San Marco 1” con un razzo americano “Scout”. Una lunga storia nello spazio, che con “Cygnus” sembra quasi voler celebrare i primi cinquant’anni dell’Italia nello spazio. 

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