

Partiti da Cassola (Vicenza) lo scorso 8 ottobre, i due piloti hanno attraversato Grecia, Medio Oriente, Golfo arabico, Pakistan, e giovedi sera sono giunti nello scalo dello stato indiano del Gujarat non senza un po’ di ansia perche’ si era gia’ fatto buio e gli ultraleggeri non possono volare di notte. ”Finora tutto e’ andato bene – ha detto Forato, 50 anni, ex campione di automobilismo – eccetto per il maltempo che abbiamo trovato in Italia alla partenza e le diverse difficolta’ burocratiche che stiamo trovando ora ad attraversare Pakistan e India”.
L’arrivo ad Ahmedabad per esempio e’ stato ritardato di qualche giorno a causa della mancanza di permessi e anche della festa musulmana di Eid-ul-Adha (Festa del Sacrificio). Ma proprio in Pakistan, un Paese considerato tra i piu’ pericolosi al mondo, i due veneti hanno ricevuto ”la piu’ calorosa accoglienza”, quando sono stati costretti a chiedere l’atterraggio di emergenza nella base militare di Pasni, in Baluchistan, per mancanza di carburante. ”Siamo stati accolti da soldati armati sulla pista – racconta – ma poi hanno capito chi eravamo e siamo diventati le star della base. Il comandante ci ha perfino ospitato a casa sua”.

Gli aerei, un Flysyntesys Texan Top 100 e un Technam P92 Eaglet, hanno un’autonomia di 7 o 8 ore. ”Voliamo a una quota di 2.700 metri che e’ molto piu’ alta di quello a cui siamo abituati in Italia. A una altezza del genere paradossalmente si e’ piu’ sicuri, perche’ in caso di avaria si ha molto tempo per cercare un punto di atterraggio”. La parte piu’ stressante e’ quella di ”ottenere le autorizzazioni” e trovare della benzina in scali ”che sono abituati a gestire dei Boeing e che non hanno nemmeno un imbuto”. Per il resto ”e’ come essere su una piuma, ascoltiamo musica e guardiamo i meravigliosi paesaggi che scorrono sotto i nostri occhi”.
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